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Un ricordo di Massimo Rossi

Abbiamo appreso la notizia della dipartita di Massimo Rossi, docente della Scuola COSPE, che ha formato diverse generazioni di studenti sulle metodologie di progettazione.

Pur non avendolo conosciuto personalmente, ho potuto apprezzare la qualità dei suoi prodotti didattici e raccogliere tante testimonianze di apprezzamento tra colleghi e studenti che andavano ben oltre le qualità tecniche e di formatore e che sottolineano un profilo umano particolarmente sensibile e impegnato.

Oggi desidero salutare Massimo condividendo con tutti voi alcuni di questi ricordi. In particolare quello di Maria Donata Rinaldi, già Direttrice della Scuola COSPE, ripercorre la loro collaborazione e amicizia e quello di Fulvio Vicenzo, ex Direttore del COSPE, che lo dipinge nella sua veste di docente:

“Ho incrociato per la prima volta Massimo Rossi nel lontano 2001, quando entrambi abbiamo insegnato alcuni moduli per il “Master in Cooperazione e Progettazione per lo Sviluppo” promosso dal Centro Inter-Universitario di Ricerca per lo Sviluppo Sostenibile dell’Università La Sapienza di Roma.

Ci siamo poi ritrovati nel 2010, quando insieme abbiamo collaborato, per quattro anni, ad un modulo di insegnamento sulla “Progettazione e la Valutazione” per il corso di Laurea Specialistica in Scienze per la Pace all’Università di Pisa. Ci vedevamo soprattutto in occasione delle riunioni di programmazione e per le sessioni di esame, in cui ci trovavamo quasi sempre d’accordo sulle domande e sul voto finale, con una sua tendenza forse ad un maggior rigore, ma sempre con una gran correttezza di giudizio.

Dal 2016 al 2021, negli anni in cui io ho coordinato le attività della Scuola COSPE per la Cooperazione Internazionale ed il no profit, Massimo è stato uno dei docenti più apprezzati da generazioni di student3 ed il suo corso sulla “Progettazione e l’approccio del quadro logico”, uno dei più seguiti da chi poi dei suoi insegnamenti ne ha fatto una mestiere. Massimo è sempre stato un professionista serio e molto preparato, le sue dispense, aggiornate con cura per ogni edizione del corso, sono ancora un materiale didattico prezioso conservato nei nostri scaffali, la sua capacità di coniugare esposizione teorica ed esempi pratici ha prodotto risultati duraturi, ma di lui ricordiamo soprattutto i suoi occhi chiari e magnetici, la sua voce posata, i suoi modi sempre signorili, il suo pretendere l’educazione anche nei contesti informali.

Quando ad inizio 2020 il COVID ci ha costrett3 ad interrompere le lezioni in presenza e ad imparare a svolgerle a distanza, non è stato facile per nessun3 ed in particolare per Massimo, così abituato al contatto con le persone e a tempi di lavoro che consentissero un approfondimento inevitabilmente maggiore rispetto alle poche ore tollerabili online.

Negli ultimi anni i nostri scambi sono stati soprattutto via e-mail e telefonici: spesso mi ha condiviso i suoi articoli, chiedendomi un parere spassionato, io gli ho mandato alcuni miei scritti, ci siamo sentiti qualche mese fa per una richiesta di collaborazione sui suoi temi da parte di un docente de La Sapienza, che poi non è andata in porto.

Di Massimo conservo però anche un ricordo tangibile: un libro su una sua ava, “Laura Solera Mantegazza, la garibaldina senza fucile”, una sorta di femminista ante-litteram, con una dedica che mi piace riportare qui, perché esprime non solo quello che lui pensava di me, e che mi lusinga, ma quello che mi piacerebbe davvero essere per chiunque mi conosca: “A Maria Donata, che come Laura Solera, crede nella formazione e nel cambiamento” – Pisa, 25 gennaio 2012”  Maria Donata Rinaldi.

 

“Ho fatto tanti anni di co-docenza con Massimo nel corso di Scienze per la Pace che grazie al suo impegno e alle sue conoscenze ha una rilevanza particolare nel panorama formativo italiano. Massimo era un docente tanto attento agli aspetti tecnici quanto a quelli più trasversali di natura sociale, antropologica e culturale di conoscenze e analisi dei contesti di intervento. Era una persona molto rigorosa e trasmetteva questo approccio agli studenti affinché avessero gli strumenti per muoversi nel campo della Cooperazione che è un campo complesso e non banale.

Massimo condivideva con gli studenti la sua immensa esperienza e la capacità di analisi degli strumenti ingegneristici dello sviluppo che chiaramente hanno la loro utilità ma spesso sono ingombranti e spesso ci portano su strade sbagliate. Insegnava agli studenti come usare questi strumenti tecnici mantenendo l’attenzione sugli obiettivi del nostro mestiere e ponendo l’accento  sull’importanza di saper capire dove si sta operando. Lo ricordo nella sua umanità di persona molto gentile e accogliente, sempre pronta a dare una mano agli studenti che volevano approfondire e sviluppare il tema.” Fulvio Vicenzo

 

Ciao Massimo, grazie per i tuoi insegnamenti.

Laura Vigoriti, Scuola COSPE

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